Visualizzazioni totali

venerdì 27 giugno 2014

Visita al Rione Terra di Pozzuoli, 17 maggio 2014



Visita al Rione Terra di Pozzuoli, 17 maggio 2014

Rione Terra, stampa del '500

Rione Terra, antica veduta dalla darsena


Rione Terra, veduta dal porto commerciale



Il Rione Terra di Pozzuoli occupa un promontorio, alto circa 30 metri, proteso sul golfo omonimo. Dalla sua posizione centrale si domina tutto l’arco del golfo di Pozzuoli, da Nisida a Capo Miseno. Esso è stato abitato sin da epoche preistoriche, come testimoniano le varie stratificazioni nei cunicoli sotterranei di epoca sannita e greca. Del periodo repubblicano, 194 a. C., è il tempio successivamente dedicato ad Augusto. Le riedificazioni e le stratificazioni del Rione Terra sono dovute non solo all’usura ed alle mutate esigenze delle varie epoche, ma anche agli effetti degli eventi bradisismici. E’ documentato, ad esempio, che nel 1538, a seguito della nascita del Monte Nuovo, il Rione Terra e tutta la città di Pozzuoli furono abbandonati dalla popolazione. Con la rinascita che seguì, il tempio di Augusto, già oggetto per il passato di vari interventi, fu trasformato nella Cattedrsle della Città, tramite chiusura dell'intercolumnio e ristrutturazione in stile barocco. All'intervento partecipò anche l’architetto Cosimo Fanzago. Tele di Artemisia Gentileschi, Giovanni Lanfranco, Francesco Fracanzano, Massimo Stanzione ed altri arricchiscono le pareti della cattedrale.


Rione Terra oggi, veduta dalla darsena


Nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1964 un rovinoso incendio danneggiò la Cattedrale. A seguito del bradisismo del 1970 il Rione Terra fu sgomberato, non perché le strutture avessero subito danni, ma per motivi igienico-sanitari. Da allora il quartiere è rimasto vuoto ed in attesa di un recupero edilizio e di una nuova destinazione funzionale. Visite guidate sono effettuate di tanto in tanto negli ambienti sotterranei del quartiere. Mentre proseguono i lavori di recupero degli edifici superiori, la Cattedrale è stata restaurata e restituita al culto dei fedeli l’11 maggio 2014.




Cattedrale, vetrate

Cattedralw, fiancata e cupola
La Cattedrale si presenta come una commistione formata da resti del Tempio romano e la parte del presbiterio , in stile barocco e sopravvissuta all’incendio del 1964. La struttura è a navata unica, formata dal pronao, la cella del vecchio Tempio e, ad una quota inferiore, da ciò che resta della chiesa barocca. Pertanto il pavimento degrada dall’ingresso fino al coro. L’intercolunnio dell’antico Tempio è stato riempito con vetri stratificati, serigrafati a riproduzione delle colonne corinzie mancanti.


Cattedrale, veduta laterale con i resti del Tempio romano


Cattedrale, vetrata a forma di colonna

Nello slargo a fianco della Cattedrale vi è la Curia vescovile.



Rione Terra, Vescovado


Rione Terra,  particolare con veduta porto

Rione Terra, particolare


I lavori di restauro riguardano anche edifici privati,alcuni nobiliari di buona fattura, espropriati a suo tempo dal Comune. Tuttavia, mentre proseguono i lavori di restauro, non è chiara la destinazione finale delle strutture recuperate.

venerdì 12 luglio 2013

Viaggio nel Barocco leccese e nell’Alta Murgia di Altamura, Gravina e Matera 21-25 maggio 2013


Ostuni, ulivo secolare
 
 

Quest’anno, al solito viaggio a Bari per far visita ai parenti di  là, Marisa ed io abbiamo voluto aggiungere delle escursioni in località della Puglia mai visitate prima. E, per me che sono di origini pugliesi, si trattava di una mancanza grave. Parlo del leccese e dell’Alta Murgia. In effetti, durante il periodo universitario, i miei fratelli ed io (almeno d’estate) abbiamo dimorato, sempre nelle Murge,  a Spinazzola ed abbiamo visitato Castel del Monte, lì vicino, ma Altamura, Gravina e Matera ci mancavano.
Così ci siamo anticipati di un paio di giorni rispetto all’appuntamento con i parenti di Bari ed abbiamo colmato in parte questa lacuna. La curiosità era anche quella di confrontare il barocco leccese con quello, altrettanto famoso, del ragusano, ammirato da noi in un magnifico viaggio in Sicilia del 2006. Ma quello ha un’origine precisa (vedi stesso blog). Premetto che non siamo mattinieri per cui tutti gli spostamenti sono stati fatti ad orari comodi. Questo ci ha sistematicamente impedito di visitare gli interni delle chiese. Pazienza!

Il Viaggio
Partenza da Pozzuoli martedì 21 maggio.

Ostuni, panorama


Tiriamo dritto fino ad Ostuni, la Città Bianca costruita su tre colli. E’ di questi giorni un’ordinanza del sindaco di Ostuni che impone la ritinteggiatura delle case, rigorosamente in bianco. Qui la vegetazione è a prevalenza di uliveti.  Sono secolari e giganteschi, con tronchi enormi e contorti, dalle forge più strane. Pare che questo sia dovuto anche a corsi d’acqua sotterranea che alimentano  gli alberi anche nei periodi aridi.  Ci rechiamo nel centro storico.  Sono circa le quattro e la Cattedrale è aperta.
Ostuni, Cattedrale

Ostuni, cattedrale, rosone

La visitiamo. E’ molto bella sia all’esterno che all’interno. La facciata è semplice, a tre portali. Su ognuno un rosone; quello centrale, a 24 raggi, è tra i più grandi d’Europa. L’interno è a croce latina ad impianto rinascimentale, con colonne lungo la navata centrale. Il soffitto piano è riccamente dipinto.

Giungiamo a Lecce nel tardo pomeriggio, abbastanza stanchi anche se la strada, dopo Bari è sempre a due carreggiate separate.
Lecce, balcone barocco

Lecce, cortile barocco

Qui avevamo prenotato, tramite Booking.com una stanza presso il B&B Idomeneo 63. Il problema è che il Tom Tom non ci da questo recapito. Capiremo poi che, essendo nel centro storico, area pedonalizzata, non ci può indicare il percorso. Per fortuna possiamo telefonare al proprietario del B&B il quale accorre subito e ci guida nell’isola pedonale per lo scarico dei bagagli. Dopo, la macchina sarà lasciata in un parcheggio fuori dalla porta di accesso all’isola stessa, presso Porta Napoli
Lecce, Porta Napoli
Non avevamo mai soggiornato in un B&B. L’esperienza però è stata piacevole sia per quanto riguarda la struttura che per il servizio. Inoltre, la posizione centrale ci ha consentito di girovagare per le vie del centro storico, fino a tarda notte. Credo che qui a Lecce ci siano molti B&B e questo si spiega perché il centro storico è grande e, per quello che abbiamo visto, rappresenta l’unica attrattiva per un turista. 
Lecce, soffitto a vela in pietra tufacea

Le L’edificio del nostro B&B è antico, come, penso, quasi tutti quelli del centro storico, ed ha soffitti voltati a vela con il tufo a vista, molto caratteristico. Saranno così anche le volte dei due ristoranti dove ceneremo.

Ceniamo nei pressi e, dopo cena, passeggiamo per le stradine del centro antico ammirando, in una visione notturna, l’architettura barocca di edifici privati e chiese.
Lecce, Edificio Barocco

Mercoledì 22 maggio.
Gallipoli, Porto

Gallippoli, Pescherecci
Andiamo a Gallipoli. La cittadina si affaccia sul mar Ionio ed ha una flotta di pescherecci abbastanza consistente.
Il centro storico è su un promontorio proteso sul mare, quasi un isolotto, collegato tramite un istmo alla terraferma. Il Castello-Fortezza  è sul lato che guarda l’entroterra. La strada che circonda il centro è percorribile con l’auto e non è difficile trovare da parcheggiare.  
Giungiamo alla Cattedrale di Sant’Agata, logicamente in stile barocco.

Gallioli, Cattedrale
  
La facciata, a due ordini, contiene statue di santi in nicchie molto ricche. L’interno, che non visitiamo, contiene l’altare maggiore di Cosimo Fanzago e, francamente ci dispiace non vederlo, perché avremmo ritrovato un collegamento con le tante chiese di Napoli dove lo scultore ha lavorato molto. La veduta del mare, da qualunque parte del giro della rocca, è molto bella e, anche se si va in auto, vale la pena farlo. Sull’istmo è la Chiesa di Santa Maria del Canneto con un bel portico con archi a tutto sesto.

Gallipoli, Fontana, lato Nord
Gallipoli, stessa Fontana, lato Sud


Una fontana a cinque canne, posta sullo stesso luogo, mostra il lato sud completamente eroso, mentre il lato nord è intatto.  La pietra del Salento è di origine sedimentaria e, a seconda della cava, può essere più dura o più tenera. Quello che, anche  da noi a Canosa di Puglia, chiamiamo tufo nostrano, è in effetti della stessa origine sedimentaria, come tutta la Murgia, come testimoniano le varie inclusioni di conchiglie marine presenti. E’ evidente perciò che la scelta della qualità della pietra, in fase di costruzione, è stata fondamentale per la resistenza del manufatto. Sta di fatto che molte superfici,  fregi e sculture di edifici civili e religiosi sono compromesse e, l’abbiamo notato girovagando per il centro di Lecce, ai piedi di molte superfici murarie, si notano briciole dello sgretolamento in atto.

Lasciamo Gallipoli dirigendo lungo la costa a nord. La strada dista poche decine di metri dalla costa ed è caratterizzata dalla presenza di una serie proprietà terriere, ognuna con la propria casa che funge da dimora estiva marina per i proprietari. La costa è bassa e con molte spiagge e molti stabilimenti balneari. Tutta la zona, fino a Porto Cesareo è ideale per una vacanza balneare.


Giungiamo a Nardò. E’ il primo pomeriggio perciò possiamo visitare le chiese solo dall’esterno. Questa città ne ospita molte, come tutte del resto nel Salento. Incontriamo:

Nardò, Chiesa dell'Immacolata, particolare

Nardò, Chiesa dell'Immacolata

la Chiesa dell’Immacolata, la cui facciata è caratterizzata da coppie di lesene con festoni, sia all’ordine inferiore che a quello superiore. Una statua dell’Immacolata sovrasta il portale d’ingresso.  

Nardò, Chiesa di Santa Maria della Purità
Chiesa di Santa Maria della Purità, la cui facciata è caratterizzata da alternanza di superfici concave e convesse in stile borrominiano (vedi  ad esempio San Carlino alle quattro fontane a Roma)

Torniamo a Lecce quando è ancora giorno e passeggiamo per il centro, prima di cena. Le rondini volteggiano su di noi emettendo  gioiosi cinguettii.  

Lecce, rondini
Evidentemente la Puglia è sulla rotta migratoria delle rondini. L’altra volta le incontrammo a Ruvo di Puglia ed io me le ricordo da sempre a Canosa. A Napoli non ci sono.  Quasi tutta l’edilizia del centro antico è di buon livello. Alcuni edifici hanno effetti scenografici, tipici del periodo barocco. Alcuni cortili sono notevoli, segno che si tratta di edifici nobiliari.  La pietra è color miele e non è fredda come il marmo. 

Lecce, Cattedrale

Lecce, Cattedrale, particolare
Visitiamo la Cattedrale dell’Assunta, dove è in corso un matrimonio. La chiesa, a croce latina,  conserva la struttura romanica originaria: tre navate, quella centrale più alta; cappelle laterali su entrambi i lati. L’ingresso canonico, ad ovest, è meno ricco di quello nord. Questo è a due ordini: quello inferiore con colonne scanalate e paraste. Una balaustra molto ricca separa l’ordine superiore che porta la statua di Sant’Oronzo. Imbocchiamo la via Libertini, molto frequentata e piena di negozi. Essa conduce a Porta Rudie.

Lecce, Chiesa di Santa Teresa
Lungo il percorso Incontriamo le facciate della Chiesa di Santa Teresa, incompleta al culmine. La facciata è a due ordini separati da un cornicione. La parte bassa, ad un solo portale, infatti la chiesa è ad una sola navata, presenta  colonne corinzie, nicchie con statue e decorazioni varie.


Lecce, Chiesa di San Giovanni Battista

Lecce, San Giovanni Battista, particolare

Incontriamo la Chiesa di San Giovanni Battista. La chiesa è a croce greca.  La facciata, molto ricca, con un solo portale, è a due livelli se parati da una balaustra. Due colonne tortili sono ai lati del portale, mentre lesene conferiscono articolazione alla superficie della facciata.  


Lecce, Porta Rudie


Giungiamo a Porta Rudie dov’è una colonna dedicata a Quinto Ennio, poeta latino, nativo di queste parti.
Ceniamo ad un ristorante lungo la strada.

Giovedì 23 maggio  2013
La colazione ci viene portata in camera, come ieri, del resto. Ci prepariamo,saldiamo il conto e poi andiamo a prendere l’auto per caricarvi i bagagli. Lasciamo il B&B.


Mare nei pressi di Otranto
Partenza per Otranto. Prendiamo la litoranea dirigendo verso San Cataldo. La natura, come dappertutto nel Salento, è splendida. Per essere uno dei luoghi più meridionali dello Stivale, è molto lussureggiante. La strada a tratti è a pochi metri dal mare. La costa alterna roccia bianca piatta a piccole insenature sabbiose. Un incanto per chi vuol trascorrere una vacanza balneare in luoghi riservati. Lungo la strada, infatti, è un susseguirsi continuo di alberghi, residences ed agriturismi, fino ad Otranto.

Otranto, Castello
Il Centro storico della Città è chiuso al traffico, come al solito, e noi vi giriamo intorno alla ricerca del parcheggio più vicino al centro. E’ nella parte bassa, vicino alla fortezza, da una porta della quale si accede al borgo antico, con una strada che lo attraversa, piena di negozi di souvenir.


Otranto, Cattedrale
Visitiamo la Cattedrale, dall’esterno. La facciata ha  un solo portale arricchito da colonne  con capitelli corinzi.
Come abbiamo visto in questa veloce incursione nel Salento, tutti i centri storici delle città visitate, in primis Lecce, sono cinti di mura protettive. Le città di mare hanno anche bastioni, il tutto per la difesa, fino al ‘500, dagli assalti dei turchi che in questa terra hanno fatto frequenti incursioni. Solo pochi giorni orsono, papa Francesco ha beatificato gli 800 martiri di Otranto, massacrati dai turchi  nella Battaglia di Otranto del 1480. La Città però è famosa anche perché da qui salparono i crociati della I Crociata nel 1096. Da un punto di vista geografico, è la città più ad est d’Italia; inoltre convenzionalmente qui si fanno confluire il mare Adriatico e lo Ionio.

Lasciamo il Salento, diretti a Bari. Il percorso, per quanto scorrevole e prevalentemente a carreggiate separate, ci affatica molto, anche perché a tratti piove, specie nei pressi di Bari.
Alloggiamo all’Hotel Villa Romanazzi-Carducci, di cui siamo vecchi clienti. Giusto il tempo per un breve riposo perché a cena, al ristorante dell’albergo, abbiamo ospiti i miei parenti ed amici di vecchia data.  La cucina è di buon livello con la possibilità di scegliere anche portate della cucina tipica locale.

Venerdì 24 maggio 2013
Andiamo, con mia nipote Amalia, con la sua auto, a visitare l’Alta Murgia.
Dirigiamo verso Altamura. Al solito, per entrare nel centro storico c’è una porta. E’ pedonalizzato, ma io, non vedendo vigili che mi sbarrino la strada, faccio entrare mia nipote. Poi scoprirò che c’era la telecamera della videosorveglianza. Prenderemo la multa, non so quanto. Il corso Federico di Svevia è abbastanza largo per un centro antico e attraversa tutto il centro fino ad uscire per un’altra porta.

Altamura, Cattedrale

Altamura, Centro Storico
Ci fermiamo nei pressi della Cattedrale, logicamente chiusa a quell’ora. L’impianto è romanico federiciano. La facciata presenta due torri. Le sculture di due bei leoni che reggono colonnine  sono ai lati dell’unico  portale d’ingresso e reggono un timpano molto ricco. Sopra il timpano un bel rosone a 15 raggi.

Altamura, antico panificio
Di Altamura è famoso il pane. Ci indicano un forno, Anticuus Fornus Sancta Clara in via Martucci,  una traversa di fronte alla cattedrale,  che fa pane ed altro dal 1423. Ne compriamo un po’.  E’ color giallo, buonissimo, Durerà vari giorni e, invecchiando,  resterà morbido e diventerà sempre più buono. Compriamo anche una focaccia fatta con la stessa pasta, che mangiamo subito. Anch’essa squisita. In una pasticceria prendiamo  dei dolcetti locali, anch’essi squisiti. Insomma, ad Altamura si mangia benissimo.


Gravina, panorama dal sagrato della Cattedrale
Proseguiamo per Gravina. Lasciamo la macchina ai margini del centro storico e facciamo un giro a piedi fino alla Cattedrale che è ubicata in  piazza Benedetto XIII,  che domina la gravina, vale a dire una incisione nella roccia provocata dall’erosione dei corsi d’acqua.  Nel Medioevo gli abitanti si sono rifugiati nelle grotte naturali, sotto il centro storico attuale, per sfuggire alle invasioni barbariche. Dalla piazza si domina, oltre la gravina sottostante, il paesaggio dell’estrema Murgia occidentale pugliese. Sotto l’altura del centro storico, con il castello federiciano, si trovano molti ambienti tra cui varie chiese rupestri. Il tutto ci anticipa Matera.

Gravina, Cattedrale
La Cattedrale di S. Maria dell’Assunta è del secolo XI, con un bellissimo rosone  a 24 raggi. La città conta una trentina di chiese oltre alle cripte ed alle chiese rupestri.  Purtroppo non possiamo aspettare l’apertura della chiesa, né girare par la Città.






Matera, affreschi di chiese rupestri
 

Arriviamo a Matera nel tardo pomeriggio. Andiamo direttamente verso i Sassi, frequentati da molti turisti di  tutte le nazionalità e visitiamo il complesso rupestre del Monterrone che si erge Sasso Caveoso e che comprende la chiesa rupestre di Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterrone, con affreschi  rupestri  di qualità notevole. Non avevamo mai visitato chiese rupestri e ne restiamo affascinati.

Matera, i Sassi 1

Matera, i Sassi 2


Ai Sassi di Matera ve ne sono altre: un depliant che prendiamo nel  complesso visitato, ne riporta altre due, visitabili. Non c’è tempo per visitare altro. Qualche foto e via.
Dobbiamo tornare a Bari per un’altra cena al ristorante dell’Hotel  Villa Romanazzi-Carducci, che, per gli invitati che si presenteranno,  rappresenta il motivo base della nostra passeggiata di questi giorni in Puglia, per cercare di risolvere un delicato problema familiare.

Sabato 25 maggio 2013
Andiamo a Canosa, mio luogo di nascita. Prima, una sosta alla cappella di famiglia, poi, a pranzo da mia nipote Lidia che cucina molto bene, secondo una tradizione canosina. Nel tardo pomeriggio, ritorno a Pozzuoli.

Ammettiamo che non si visitano così dei luoghi carichi di storia e di interessi monumentali e paesaggistici, ma il tempo che avevamo a disposizione era quello, e lo abbiamo riempito tutto. Diciamo che ci siamo ricavati una puntatina in quei luoghi essendo andati in Puglia per ben altri motivi. Meglio di niente. Certo, le località nei pressi di Bari sono più a portata di altra escursione, magari meno fugace, ma nel leccese è improbabile che torneremo. Ma va bene così. Speriamo, pubblicando queste quattro note, di aumentare la curiosità per questi luoghi, anche dal punto di vista balneare. E vi assicuro, ne vale la pena.





mercoledì 31 ottobre 2012

Viaggio nel Gotico francese ed in Normandia



Viaggio nel Gotico francese ed in Normandia
5-11 giugno 2012


Caen, Chiesa abbaziale di Saint Etienne "degli Uomini"


Il viaggio che abbiamo effettuato quest’anno, io e Marisa, era programmato da tempo fin quasi nei dettagli. Il rinvio di due anni è dovuto a due regali di nostra figlia: il primo a Berlino due anni orsono e l’anno scorso a New York (vedi relative note in questo stesso blog). Alla riprogrammazione di questo viaggio si è trattato, come primo problema, di infilare, in un unico viaggio, la maggior parte delle chiese gotiche intorno a Parigi, le chiese abbaziali romaniche di Caen ed infine Mont Saint Michel. Logicamente, trattandosi di un itinerario “fai da te”, occorreva l’auto ed una precisa organizzazione del viaggio, perché i ben cinque alberghi, dove abbiamo dormito, dovevano essere raggiunti in tempo secondo il programma. Il tutto: aereo da Napoli, auto per una settimana, alberghi, è stato prenotato via Internet tramite Expedia. E’ stata la prima volta che abbiamo fatto tutto da soli, dopo la prenotazione dell’albergo a NY, ma quello fu semplice, si trattava di individuare la zona della Città e la categoria dell’albergo. Ovviamente eravamo muniti di Tom Tom che, in alcune circostanze, ci ha traditi perché, per nostra parziale incompetenza, non riuscivamo a dialogare con lui, con conseguenze, in un caso, al limite del grottesco, come vedremo.

Cenni sull’architettura gotica.
Le note che seguono sono tratte in parte da: Louis Grodecki, Architettura Gotica, Electa ed. (1978).

Ha iniziato l’abate Sugerio di Saint Denis, nel 1136 quando, dopo il rovinoso incendio della cattedrale romanica preesistente, dovette provvedere alla sua ricostruzione. Lui pensava che Dio è luce e quindi inondò di luce l’abside della nuova cattedrale, con finestre altissime e coloratissime. Lui pensava che il credente dovesse essere sorpreso, stupefatto, entrando nel luogo del Signore e innalzò la navata fino ai limiti di tenuta delle costruzioni dell’epoca. Lui, o forse meglio, gli architetti dell’epoca, progettarono lo svuotamento dei muri, sostituiti con vetrate immense, scaricando le spinte della volta solo sui pilastri. Questi sono i principi ispiratori dello stile gotico. Da un punto di vista di tecnica costruttiva, prima di quella data non mancano realizzazioni arditissime e bellissime, ne incontreremo due esempi a Caen: la chiesa abbaziale di Saint-Etienne, cosiddetta degli uomini e la chiesa abbaziale della Trinità, cosiddetta delle donne, realizzate entrambe nel 1060 da Guglielmo il Conquistatore (quello che nel 1066 conquistò l’Inghilterra) e da sua moglie Matilde, ad espiazione del loro matrimonio tra consanguinei - ma pare fosse una scusa del Papa che temeva la fusione dei due territori confinanti di Normandia e Fiandre in un solo potente dominio, e scomunicò Guglielmo. Ma, ad entrambe le chiese mancano i requisiti di luce che ha Saint Denis e le altre chiese gotiche.


Il fascino del Gotico sta anche nell’accentuata simbologia religiosa e di esoterismo connessi, secondo la moda dell’epoca. E’ reperibile in rete un libro di Charpentier (vedi dopo) sui misteri della cattedrale di Chartres che si addice molto agli appassionati di queste discipline. Noi non l’abbiamo letto tutto ma, tra le tante curiosità, ve n’è una che intriga: alcune cattedrali sarebbero disposte, intorno a Parigi, secondo la proiezione della costellazione della Vergine. I miscredenti potrebbero obbiettare che, da quelle parti, ve ne sono tante di cattedrali gotiche che puoi divertirti a rappresentare anche altre costellazioni. Ma intanto, quella della Vergine c’è.

Distribuzione di cattedrali gotiche (da Charpentier, vedi nel testo)

I nomi degli architetti ed artigiani, artefici di queste realizzazioni, sono in gran parte noti, alcuni, i Parlier, furono una famiglia che lavorò in varie cattedrali. Erano tutti gelosissimi del loro mestiere, sia i progettisti che i tagliapietre e gli artigiani di altre categorie, al punto che si riunivano in corporazioni più o meno segrete. Secondo alcuni la Massoneria nasce in questo frangente ed utilizza ancora oggi termini e simboli, ad esempio il compasso e la squadra, che ricordano l’arte edificatoria.

Gli elementi strutturali caratteristici del Gotico sono:
Arco a sesto acuto, proveniente dal medio Oriente, di acutezza diversa a seconda dei luoghi; quello della zona dell’Isle de France, visitata da noi, è detto arco francese.
Volta a crociera, anch’essa di origine orientale. Le nervature di sostegno di queste volte partono da semicolonne facenti parte dei pilastri. Esse possono essere quadripartite e quindi scaricano su ogni pilastro o colonna lo stesso peso, oppure esapartite. In tal caso vi è un’alternanza di pesi di scarico che porta a pilastri alternati di forgia e dimensioni differenti.
Archi rampanti, all’esterno, anch’essi di origine orientale, servono a neutralizzare le spinte delle volte ed a scaricarle su contrafforti robusti, elevati oltre le navate laterali. In alcune chiese, come nella parte absidale della cattedrale di Beauvais, sono tantissimi e fittissimi. Elegantissimi sono gli archi rampanti di Chartres, ma anche quelli di Reims.

Il viaggio.
5 giugno 2012. Partenza da Napoli Capodichino con volo di linea. Arrivo a Parigi CDG verso le 15,30.
Prendiamo l’auto all’AVIS, una WV UP rosso brillante, nuovissima e molto gagliarda. Nella prenotazione con Expedia è scritto che non possono noleggiare le auto gli under 25 e gli over 65enni. Pertanto mi sono preoccupato, ancor prima della prenotazione del viaggio, di dipanare questo problema, facendomi mandare una e-mail che, in sostanza, dice: abbiamo scherzato. In effetti, è stato così ma noi siamo rimasti, fino alla consegna delle chiavi, con la preoccupazione che il viaggio fosse finito ancor prima di cominciare. Impostiamo il Tom Tom per Saint Denis e partiamo. Volevo mettere il punto di partenza come base, come feci in altra circostanza, in modo da ritrovarmelo al ritorno ma non l’ho fatto e questo ci è costato al ritorno.
L’albergo è della catena Marriot, buono ma un po’ fuori mano. Dopo esserci riposati, ceniamo al ristorante dell’hotel: non eccezionale, ma il vino rosso, in bicchiere, è buono. E sarà sempre così in tutti i ristoranti.



Laon Cattedrale, facciata


6 giugno. Andiamo a Laon, un paesino nella zona delle Ardenne, a circa 130 chilometri da Saint Denis, con un centro antico, ben conservato, su un’altura dov’è la cattedrale,. Il percorso è solo in parte autostradale ma anche il tragitto sulla Nazionale è scorrevole e con poco traffico. Arriviamo prima della chiusura pranzo e possiamo visitarla. Però noi volevamo salire sulle torri che rappresentavano uno dei maggiori punti di interesse del nostro viaggio, ma un’addetta ci dice che queste sono visitabili solo di venerdì e invece è solo giovedì. Peccato.


Laon Cattedrale, torri

Laon Cattedrale, navata centrale

Cattedrale di Laon (1160-1210). E’una splendida chiesa la cui influenza nella diffusione del Gotico fu enorme, fino a Chartres. La facciata ha tre portali strombati e due magnifiche torri di facciata, composte da quattro edicole angolari, collegate da archi, e formate da colonnine completamente svuotate di grande leggerezza e con figure animali sporgenti. Altre due torri simili sono ai lati del transetto. Inoltre una torre-lanterna sulla crociera rappresenta, all’interno, il fulcro della struttura. La pianta presenta un coro lunghissimo con deambulatorio ed un transetto con navate laterali. L’abside è piatta; anche i bracci del transetto sono piatti,  con enormi rosoni e con vetri policromi sopra tre altissime finestre anch’esse con vetri policromi. I rosoni, di origine italiana (vedi Troia (1107-1119), Tuscania (1097), San Zeno a Verona (X secolo), avranno enorme diffusione nel Gotico francese con realizzazioni di notevole raffinatezza e bellezza. Le volte delle  campate sono esapartite con realizzazione di un sistema alternato dei supporti rotondi. Due, in particolare,sono circondati da colonnine che si raccordano alle nervature della volta . Al di sopra, un luminoso matroneo a bifore ed un triforio cieco, ma profondo, stanno sotto le finestre.

Torniamo abbastanza presto perché ci aspetta la cattedrale di Saint Denis. Al momento di programmare il Tom Tom, questi ci chiede se vogliamo il percorso con pagamento (autostradale), sbagliamo a rispondere e ci manda, per un bel tratto, per strade piccole che attraversano fitti boschi. Il percorso è affascinante ma interminabile. Riusciamo a recuperare la Nazionale e poi l’autostrada ed arriviamo in tempo a Saint Denis, prima delle ore 18, quando le chiese chiudono. Questa cittadina, ormai un quartiere periferico di Parigi, dispone, in centro, come avremo modo di verificare in tutte le città che abbiamo visitato, di ben tre parcheggi interrati giganteschi,. Scegliamo quello della cattedrale e, uscendo all’aperto, ci troviamo proprio di fronte alla prima chiesa gotica di tutti i tempi.



Saint Denis, Cattedrale, facciata

Saint Denis Cattedrale, rosone transetto nord

Saint Denis Cattedrale, vetrata

Saint Denis Cattedrale, navata

Saint Denis (1130-1140 e 1140-1144). Presenta un nartece a tre piani, una torre di facciata (ne erano due). Tre portali scolpiti. All’interno le campate sono una per ogni pilastro. La navata centrale è a tre livelli con triforio al secondo livello. Questa soluzione sarà adottata anche a Chartres e diventerà la regola nell’architettura gotica francese. Le finestre del cleristorio scendono fino a comprendere il triforio, ma questa soluzione è successiva. Doppio deambulatorio con cappelle circolari e quadrate. Le ogive sono a sagoma francese, non più normanna. E’ il trionfo della luce. I due transetti, a fondo  piatto, presentano due rosoni enormi, a tutta parete, che sono fonti ulteriori di luce e colore. In  questa chiesa compaiono gli archi rampanti a sostegno della navata e del coro.
Vi sono sepolti 18 re di Francia oltre ad una vasta schiera di consorti e parenti.


Torniamo in albergo. Un riposino e poi ceniamo al ristorante dell’albergo stesso.

7 giugno. Tappone di 260 chilometri comprendenti la più alta cattedrale gotica (Beauvais) e la più nota dopo Chartres (Amiens), fino alla sosta successiva di Rouen. Il tempo è stato accettabile finora, ma ad Amiens, dopo la visita della cattedrale, ci coglie un acquazzone a vento, al punto che, nonostante ci proteggiamo sotto un provvidenziale porticato, dobbiamo ripararci dietro un pilastro.



Beauvais, cattedrale, navata


Beauvais Cattedrale, archi rampanti dell'abside

Cattedrale di Beauvais (1225). Fu voluta dal vescovo Milon di Nateuil. Fu eretto il coro e parte del transetto. La navata non fu mai edificata a causa degli enormi problemi statici riscontrati nella parte del coro di altezza di 48,5 metri sotto la chiave di volta. Il coro è a sette cappelle radiali. Dopo il crollo del tetto del coro (1284) si dovettero raddoppiare i pilastri del deambulatorio e, all’esterno, gli archi rampanti. La luce all’interno si è ridotta sensibilmente, ma la fitta selva di questi elementi strutturali è di grande effetto. Successivamente fu costruita la torre lanterna alta 150 metri. Anche questa crollò. Quel che rimane è pesantemente rinforzato con vistose travature in legno. E’ comunque una chiesa da vedere, se non altro perché rappresenta l’acme della sfida costruttiva dell’epoca.


Amiens Cattedrale, facciata


Amiens Cattedrale, navata

Cattedrale di Notre Dame di  Amiens(1220).   E’ la più grande chiesa gotica di Francia e, per le molte sculture su temi biblici, presenti all’interno ed all’esterno, è detta Bibbia di Pietra. Inoltre, con i suoi 42,5 metri di altezza della navata, è la  più alta, a parte l’incompleta Beauvais. E’ a tre navate, anche nel transetto. La navata centrale è a tre livelli con il triforio  tra le campate e le finestre del cleristorio. La facciata ha tre portali fortemente strombati e ricchi di sculture. Il rosone centrale è anch’esso gigantesco. E’ una chiesa fortunata perché è sopravvissuta pressoché indenne alla rivoluzione francese ed a due guerre mondiali combattute nei suoi paraggi.



Amiens, cas presso la cattedrale



Rouen, casa a graticcio di legno
Giungiamo a Rouen in prima serata ed alloggiamo all’Hotel Novotel, uno dei migliori di tutto il viaggio, con stanza molto grande, a tre letti. E’ ubicato lungo un viale che costeggia la Senna la cui riva, in quel tratto, contiene una serie capannoni originariamente a servizio nella nautica ed oggi adibiti a ristoranti e locali notturni. Per questo motivo l’albergo non è munito di ristorante: ci è bastato andare dall’altro lato della strada per cenare in un’affollata brasserie dove, dopo una certa ora, il pubblico si esibisce nel karaoke. Per due vecchietti come noi, una sorpresa piacevole. La macchina è parcheggiata nel parcheggio dei ristoranti ma, all’uscita, scopriamo che si paga solo con carte di credito e le nostre non sono accettate. Usciamo a mala pena sotto la transenna in parte divelta in precedenza da qualche sventurato come noi.  Da ora in poi scopriremo che in tutti i garages e, purtroppo, anche nelle autostrade, il pagamento va effettuato con carte di credito. Perciò, volendo fare un viaggio in macchina in Francia, conviene munirsi di una carta prepagata, accettata, per non rimanere intrappolati da qualche parte. Rouen è una splendida cittadina ricca di storia e monumenti del periodo gotico. E’, tra l’altro, la città di Giovanna d’Arco e Francois Holland.


Rouen Cattedrale, facciata


Rouen Cattedrale, facciata, parte bassa

Rouen Cattedrale, navata

Rouen Cattedrale, statua di Giovanna d'Arco

Cattedrale di Rouen(1145). E’ una splendida chiesa, tra le più grandi di Francia. Ad essa sono legate alcune particolarità: ha la guglia della torre lanterna alta 151 metri, rendendola la chiesa più alta di Francia; vi è sepolta Giovanna d’Arco, arsa viva nei pressi (30 maggio 1431); Claude Monet dipinse la sua facciata più volte, in diverse condizioni di luce. La facciata porta due torri diseguali, tre portali con lunette scolpite ed un rosone al centro. La navata centrale è a quattro livelli. Nel coro e nei due bracci del transetto manca il matroneo o tribuna. Il coro ha un deambulatorio e tre cappelle.  Il transetto, a tre navate, porta due cappelle, una per ogni braccio, sul lato est.


8 giugno. Nel pomeriggio siamo a Caen. Alloggiamo all’hotel Mercure in centro. E’ su un porticciolo turistico che conferisce all’area un aspetto quasi mediterraneo. La città è molto bella e ridente, anche se pare abbia subito pesanti danni durante l’ultima guerra. Visitiamo le due famose chiese abbaziali romaniche: della Trinità, detta delle donne e di Saint Etienne, degli uomini. Per gli appassionati di architettura queste chiese sono importanti perché rappresentano un ponte fra il Romanico ed il Gotico. Inoltre sono state prese a modello per molte chiese pugliesi dai figli cadetti, dei nobili normanni, i Masnaderii, diventati capitani di ventura, che si mettevano al servizio dei potenti, re e papi, pur di ottenere terre. Nel 1059 Leone IX, in un Concilio tenuto a Melfi, riconosce Riccardo conte di Aversa e Roberto di Altavilla, detto il Guiscardo, conte di Melfi, come vassalli della Chiesa. Questi estende la sua influenza in buona parte della Puglia. Per questo motivo l’architettura normanna si ritrova in buona parte del sud Italia e della Sicilia.


Caen Chiesa della SS Trinità "delle donne", facciata

Caen Chiesa della SS Trinità, navata


Chiesa abbaziale della Santissima Trinità a Caen (1062). Fa parte della cosiddetta Abbazia delle donne. La facciata ha due torri uguali non molto alte e tozze. L’interno è a tre navate. La navata centrale è a tre livelli, con triforio cieco tra le campate ed il cleristorio. Questo presenta un camminamento con colonnine,  ottenuto dallo svuotamento del muro, primo tentativo di alleggerimento delle strutture portanti che sarà attuato al massimo livello nel periodo gotico. La copertura con nervature è successiva a quella originaria che era  a capriate di legno. L’abside è semicircolare ed è contornata da quattro colonne, alternate a tre finestre, che si ripetono, più basse, al secondo livello, dando l’impressione di un deambulatorio. E’ una soluzione molto delicata e di grande effetto.


Caen Chiesa abbaziale "degli uomini", facciata


Caen Chiesa abbaziale "degli Uomini", navata

Caen Chiesa "degli Uomini", passaggio al cleristorio

Caen, porticciolo


Chiesa abbaziale di Santo Stefano a Caen (1065). Fa parte della cosiddetta Abbazia degli uomini. Splendido esterno con 7 torri, due sulla facciata, simmetriche e di grande severità formale, tra i primi esempi di facciata con  due torri simmetriche non appartenenti ad un westwerk (corpo occidentale), una torre ottagonale sulla crociera e quattro sul lato est. L’inquadratura di tutte le torri è dal lato est, sulla bella  piazza posta nella parte absidale.  Interno in pietra chiara da taglio. Navata ad archi a tutto sesto, retti da pilastri molto articolati ed alternati, per raccordarsi ai cordoli della volta esapartita. Galleria normanna(matroneo) a bifore in archi a tutto sesto. Presenta, all’altezza del cleristorio, lo stesso svuotamento del muro, che abbiamo visto nella chiesa abbaziale delle donne. Voltata in epoca gotica.

Ceniamo ad un ristorante nei pressi dell’albergo.


Mont Saint Michel, di giorno


Mont Saint Michel, stradine


Mont Saint Michel, di  notte


9 giugno. Andiamo a Mont San Michel, luogo simbolo della Normandia e, dopo la tour Eiffel, dell’intera Francia. Chi vi è stato alcuni anni fa ed ha parcheggiato lungo l’istmo, troverà una barriera prima delle due file di alberghi e ristoranti costruiti lungo l’ultimo tratto di strada in terra ferma. Prima ancora, enormi parcheggi impongono lo stop alle auto. L’istmo si percorre con un bus navetta. C’è bassa marea. Si sale per una stradina costeggiata di negozi che vendono souvenirs ai quali non si può sfuggire. Acquisto di cartoline (tornate di gran moda), penne e matite, tutto marchiato Mont Saint Michel. E’ molto suggestivo, unico. Non raggiungiamo la chiesa perché stanchissimi. Da un punto di vista architettonico, è una commistione di stili dall’epoca carolingia al ‘500. Il nostro albergo, Hotel de La Digue,  è il più vicino all’isolotto. Dopo cena scattiamo la foto notturna del monte.

10 giugno. Dirigiamo verso Chartres, passando per Le Mans. Il percorso è totalmente autostradale con traffico di media intensità.  Però, per buona parte del percorso, piove a dirotto. Giungiamo a Le Mans, città del circuito automobilistico e… di una splendida cattedrale romanico-gotica, ubicata nel centro antico, in posizione dominante rispetto al resto della città.


Le Mans Cattedrale, archi rampanti absidali


Le Mans Cattedrale, navata

Le Mans cattedrale, alzata

Le Mans Cattedrale, deambulatorio del coro

Cattedrale di San Giuliano a Le Mans (1060 e seguito). E’ una delle più grandi chiese di Francia. La sua peculiarità è che rappresenta una fusione tra  elementi romanici e gotici. Sostanzialmente la navata è in stile romanico. Infatti, anche se le arcate della campata hanno archi a sesto acuto, si intravede l’arco a tutto sesto originario, all’interno del quale è stato inscritto il nuovo arco. La navata è con sostegni alternati, un pilastro con nervature fino alla volta alternato ad una colonna. Il soffitto a vele è quadripartito. Anche questa soluzione potrebbe essere successiva, realizzata per portare dei costoloni fino alla volta a vela grande quanto due campate. Il triforio al secondo piano e le finestre al terzo, di dimensioni modeste, sono in stile romanico. Il transetto, il  coro e l’abside sono decisamente gotici. Un doppio deambulatorio raccorda 13 cappelle radiali. All’esterno, una selva impressionante di archi rampanti sorregge la parte absidale di questa splendida cattedrale.

Riprendiamo l’autostrada verso Chartres dov’è la cattedrale gotica per antonomasia. Importante per la sua perfezione stilistica e per l’abbondanza di simbolismi religiosi ed esoterici ad essa collegati.
Per gli appassionati di curiosità, leggende e letture esoteriche riferite a questa splendida cattedrale rimando al testo:

Louis Carpentier, I Misteri della Cattedrale di Chartres, Traduzione di Adriana Raspino, Arcana ed. 1972 . E’ scaricabile in formato pdf sul sito:

Andiamo direttamente in centro per visitare la chiesa prima che chiuda. Le foto non sono un granché per via del cielo nuvoloso.



Chartres Cattedrale, modello del labirinto



Cartres Cattedrale, facciata


Chartres Cattedrale, navata

Chartres Cattedrale, labirinto

Chartres Cattedrale, vetrata

Cattedrale di Notre Dame di Chartres (1194). L’edificio attuale è stato costruito su sette strati di costruzioni precedenti, alcuni dei quali sono diventati cripte dell’attuale chiesa. La peculiarità principale di questa chiesa è l’orientamento nord est-sud ovest a 45°. Un’anomalia rispetto a tutte le chiese sia romaniche che gotiche,non solo di Francia, le quali sono sempre rigorosamente orientate da ovest ad est, a simboleggiare il percorso dal buio del peccato, alla luce della fede. Intorno a questa anomalia sono fiorite molte leggende, riportate nel libro consigliato. Non è da escludere  l’aspetto pratico: la costruzione delle fondamenta ex novo costituiva uno spreco enorme di danaro ed energie. Non a caso, in tutte le civiltà si è sempre costruito sulle fondamenta di edifici precedenti: la città di Troia di Omero occupa il sesto dei nove strati di insediamenti nello stesso luogo. Pertanto la scelta dell’orientamento è dovuta più ai Druidi o comunque a motivazioni dei primi costruttori che a motivi legati al periodo gotico.
La facciata presenta tre portali molto strombati, ricchi di statue di notevole fattura. Al centro un bel rosone. Due torri campanarie di epoche e stili differenti caratterizzano la chiesa in modo univoco. Gli archi rampanti, che collegano la navata ai contrafforti, sono a colonnine molto eleganti. All’interno, la navata centrale è formata da pilastri tutti uguali,  con costoloni che si raccordano alle nervature della volta a crociera, quadripartita. Le vetrate sono tutte  originali del XIII secolo ed il blu è caratteristico delle fabbriche del posto.  Le finestre binate del cleristorio scendono fino a comprendere il triforio che è pertanto luminoso. Al centro del pavimento vi è il famoso labirinto che i fedeli percorrevano dalla periferia fino al centro, dov’è raffigurata una rosa.


Ci rechiamo all’albergo Kyriad, in periferia, in una zona di sviluppo. Fa freddo e, prima di cena, chiediamo delle coperte. Ceniamo ad un ristorante nei pressi. Al rientro troviamo una stufetta accesa nella stanza, molto carini.
Il viaggio è finito. L’indomani ci dirigiamo a Parigi ma, arrivati sul raccordo anulare della città (noi siamo a sud e l’aeroporto CDG è a nord), non riusciamo a programmare l’itinerario sul Tom Tom e, per giunta, usciamo troppo presto dal raccordo anulare al punto di ritrovarci nella zona del Sacro Cuore. A questo punto chiediamo ad un tassista di precederci fino al punto di riconsegna dell’auto, all’aeroporto, pagandolo in precedenza. Rilascio dell’auto, check-in al distributore automatico ed imbarco, in perfetto orario.